26-11-2017 - Salve a tutti, aggiornamenti che si susseguono sempre più febbrili, magari anche un po’ martellanti.
Occorre sottolineare però, come questa sia una rubrica per appassionati, che appaga il desiderio di tentare a ipotizzare linee di tendenza che ricerchino le evoluzioni più fredde e nevose e che lo stesso scrivente avrebbe avuto piacere a poter leggere e fruire di aggiornamenti di questo genere negli anni passati.
Veniamo al concreto quindi; primo impulso perturbato appena transitato nelle regioni italiane, ora nel sud Italia, ma il meglio sta arrivando ora.
fig.1
La perturbazione che sta sfilando a sud, infatti, è seguita da un nucleo freddo in quota che ha già innescato nevicate nell’Appennino tosco emiliano intorno 500-600 m e che nel pomeriggio, scivolando lungo le regioni adriatiche, genererà altri rovesci nevosi che in serata si spingeranno fino ai 400-500 m di quota.
Le nevicate della giornata odierna fungeranno da apripista a un lungo periodo perturbato e freddo che interesserà le regioni italiane e di cui non si vede una risoluzione rapida.
In buona sostanza, altri impulsi perturbati ora visibili in Atlantico, seguiranno quello appena transitato, ma l’aspetto più importante sarà rappresentato da una possente elevazione dell’anticiclone delle Azzorre in Atlantico a partire dalla giornata di lunedì, che dirotterà una massiccia irruzione di aria fredda artica nel Mediterraneo a partire da mercoledì
fig.2
La fig.2 è estremamente significativa perchè in essa è contenuta tutta l’evoluzione, praticamente, dei prossimi 7-10 giorni.
I passaggi salienti possono essere così riassunti:
1) Si inizia dall’arrivo di un secondo e più intenso impulso freddo proprio mercoledì (minimi Bs e B1), con nevicate anche quote basse al centro nord (nord ovest escluso) i cui dettagli verranno forniti in seguito.
2) Nella giornata di giovedì, un terzo e ancora più massiccio nucleo gelido, con valori in quota (5500 m) inferiori a -35 C, riuscirà a giungere nel Mediterraneo, innescando una serie di conseguenze ancora da chiarire, ma che indicano con buona probabilità la formazione di un intenso vortice freddo nei nostri mari occidentali, con maltempo, venti forti e nevicate che potrebbero giungere al piano nel lato emiliano romagnolo e a bassa quota in Appennino centrale.
In virtù dei geopotenziali piuttosto bassi, proprio nelle regioni centrali, occasionalmente, potremmo avere rovesci nevosi anche a quote molto basse in questo frangente, prossime alla pianura.
fig.3
3) A seguire, il cavo d’onda di Rossby (saccatura), sembra possa persistere per molti giorni nel Mediterraneo, nuovamente alimentato da aria fredda artica che, secondo l’ultima emissione del modello europeo, prenderebbe le mosse addirittura dal lobo canadese del VP (nucleo B4 in fig.2), facendo giungere un nuovo e più intenso peggioramento nel Mediterraneo prima del ponte dell’Immacolata.
fig.4
Molto interessante la disposizione a scala emisferica presentata dal modello europeo, che vede uno svuotamento dei nuclei di vorticità dal Labrador e Groenlandia (nuclei gelidi in quota) in direzione proprio dell’Europa centrale e Mediterraneo.
fig.5
Ancora più esplicito a riguardo il modello americano, che addirittura ipotizza una nuova perturbazione nel Mediterraneo per lo stesso periodo, capace di generare nevicate anche copiose nella pianura Padana occidentale.
fig.5
Ovviamente quest’ultime evoluzioni risultano ancora di scarsa affidabilità, ma individuano delle precise linee di tendenza che vedono l’arrivo a più ondate d nuclei gelidi artici nel Mediterraneo, capaci di portare nevicate a quote molto basse in molte regioni italiane.
fig.6
Ci saranno ancora molti aggiornamenti, per un’ondata di freddo artico no stop, non perdeteli.
Ciao ciao