03-01-2018 - Salve a tutti, nuovo editoriale con i modelli che presentano molti aspetti interessanti di previsione, sebbene in qualche caso in parziale contraddizione.
Flusso perturbato in azione nel frattempo nelle nostre regioni o, meglio, al limitare della nostra penisola (fig.1).
fig,1
Dalla fig.1 si vede infatti come, dopo il peggioramento dei primi due giorni del nuovo anno, il flusso perturbato tenda a farsi ancora più intenso ma, allo stesso tempo, come tenda anche a salire di latitudine, proprio a causa della minor presenza di ondulazioni del getto polare nel comparto europeo in seguito all’aumento della velocità dello stesso.
In tale frangente, copiose nevicate riguarderanno soprattutto i versanti esteri della barriera alpina, in particolare nel settore francese, con qualche sconfinamento nel nostro settore, in particolare al nordest.
Il trend descritto cambierà però in corrispondenza dell’epifania, quando una profonda saccatura tenderà a isolarsi dal flusso principale, generando un intenso peggioramento nelle nostre regioni più occidentali.
fig.2
In questo frangente, si va profilando una possibile situazione di blocco per le regioni nord occidentali, ancora da definire, ma che potrebbe generare precipitazioni intense al nord ovest appunto e in parte anche nelle regioni tirreniche.
A seguire, i modelli sono discordanti, presentando diverse varie incognite, ma il modello europeo in particolare evidenzia con sempre maggiore decisione la possibilità che si vada formando, a fine prima decade, un blocco scandinavo grazie alla risalita di una cellula altopressoria tra Mar di Norvegia e Scandinavia appunto.
fig.4
L’evoluzione mostrata in fig.3 è coadiuvata dalla costante spinta aleutinica nel settore dell’Alaska e avrebbe il duplice vantaggio di indirizzare il flusso atlantico verso il Mediterraneo e di innescare, per come mostrato nelle attuali emissioni, un rapido e intenso raffreddamento del bassopiano russo, con innesco di moti retrogradi di aria gelida verso il comparto europeo e mediterraneo.
fig.5
Davvero affascinante l’evoluzione mostrata stamattina dl modello europeo, con una colata gelida di dimensioni rilevanti diretta verso le nostre regioni e possibile interazione caldo umida atlantica.
fig.6
Si tratta al momento solo di ipotesi, la cui validità si scontra con lo stato di forma del VP e la sua peculiare disposizione, discussa anche in precedenti editoriale, che vede una continua ingerenza del lobo canadese in Atlantico, pronto a chiudere gli spazi di manovra del blocco.
Anche in tali contesti però, basta un accenno di afflusso gelido che le regioni settentrionali possono comunque vedere una bella nevicata in pianura; è quello che sostanzialmente vede oggi il modello europeo, ma è solo un esempio delle interessanti evoluzioni possibili in questo mese di Gennaio.
fig.7
Insomma l’inverno è ancora aperto, sebbene alle quote stratosferiche le cose vadano siano diverse da quanto evidenziato finora; proprio oggi l’aggiornamento del valore del NAM dell’istituto LAMMA, evidenzia il superamento della soglia di B&D con il valore di 1,7 in data 26 Dicembre, a indicazione di un VPS quanto mai forte in questa fase invernale.
fig.8
Per adesso comunque, la troposfera mostra una buona reattività (decoupling) rispetto a quanto accade in stratosfera e l’inverno resta apertissimo, sebbene occorra fare i conti con una fase che vede un VP strong a tutte le quote, ma che potrebbe proprio intorno la metà di Gennaio regalare qualche episodio invernale di grande rilievo.
fig.9
Ciao ciao