11-03-2018 - Salve a tutti, editoriale domenicale che che si tinge di gelo invernale, quasi strano a dirsi, con l’emissione del modello europeo che individua in effetti una dinamica assimilabile a una irruzione gelida continentale di tipo buranico; da vedere poi i reali effetti e le eventuali conferme, i dubbi sono molti, ma intanto l’uscita serale del modello europeo è davvero strepitosa e nemmeno troppo lontana come range temporale.
Andiamo per gradi però.
Il tempo sull’Italia si è mantenuto fortemente instabile, come annunciato da giorni, con piogge intense sulla Liguria, in trasferimento in giornata alle regioni centrali.
Il trend non cambierà molto nei prossimi giorni, grazie a una certa debolezza della depressione islandese che, come accennato, favorisce l’arrivo di perturbazioni atlantiche a basse latitudini nel Mediterraneo.
Ma proprio la dinamica descritta, ovvero un certo “alleggerimento” dei geopotenziali in Atlantico, con l’assenza di una depressione forte e ben strutturata tra Europa e Nord America oltre il 50° parallelo, nell’emissione serale del modello europeo pone le basi per la creazione di un blocco in area scandinava, particolarmente forte nel Mar di Norvegia, con conseguente discesa di un nocciolo gelido direttamente connesso al lobo siberiano del VP diretto verso l’Europa centrale già il prossimo week end (fig.1)
Quanto freddo sarebbe tale nucleo e quale sarebbe la sua traiettoria??
Ebbene, il freddo sarebbe di quelli veri, con una -15° C a 850 hPa che si addossa sulle Alpi e, cosa ancora più sorprendente, una +20° C alla stessa quota geopotenziale che risale nello Ionio (!!!!!) con contrasti violentissimi che si innescano proprio nelle nostre regioni, al centro tra masse d’aria a estrazione diametralmente opposta.
fig.2
In effetti, la prosecuzione della previsione del modello europeo è da urlo per la stagione; nucleo gelido che scende dalle Alpi ed entra nel mediterraneo da Rodano, con creazione di numerosi minimi al suolo e forte maltempo su molte regioni.
fig.3
Come si vede nella previsione in fig.3, a differenza di quanto accaduto a fine Febbraio, la separazione tra flusso Atlantico e aria gelida continentale sarebbe completa e la massa di aria gelida (nonostante la stagione avanzata) giungerebbe quasi inateltrata nelle sue caratteristiche termiche fino alle porte del Mediterraneo, dove interagirebbe con il mare nostrum, riscaldandosi ma generando anche maltempo e nevicate a quote molto basse (localmente pianura) a centro e parte del sud, anche in pianura nelle regioni del nord (fig.4).
fig.4
Ovviamente le probabilità che le carte descritte vengano riproposte con la medesima evoluzione non sono elevate, tutti i tasselli dovrebbero combaciare nella giusta maniera.
Occorre sottolineare comunque, come la disposizione del VPS nella bassa stratosfera sia alquanto predisponente a una possibile nuova incursione fredda, con il lobo siberiano ormai prevalente, isolato e allungato proprio verso l’Europa
Vedremo nei prossimi giorni la validità dell’emissione europea. Abbiamo già detto che la terza decade (fine seconda) si prestava a eventi perturbati di rilievo, ma dobbiamo ricordare che siamo a Marzo,vedremo l’impatto una simile evoluzione potrebbe avere nei nostri mari.
Ciao ciao