24-01-2016 – Salve a tutti, immancabile aggiornamento modelli, nonostante una sostanziale staticità meteorologica nel comparto europeo. L’alta pressione si va affermando, infatti, sempre più decisamente, con l’ennesima cupola anticiclonica in transito nel’Mediterraneo (fig.1).
fig.1
Poche quindi le novità presenti in sede previsionale, rispetto a quanto si intravede ora, fino alla fine di Gennaio; l’unico aspetto che potrebbe cambiare saranno le caratteristiche delle diverse strutture anticicloniche presenti nel Mediterraneo, addirittura più stabili di quella attuale, in quanto correlate a un flusso zonale molto teso (da ovest verso est quindi), che si andrà affermando a latitudini nordeuropee (fig.2).
fig.2
Dalla fig.2, relativa alla previsione ensemble per il nord Italia, si evince come tutte le possibili perturbazioni (scenari) delle previsioni odierne indichino con costanza temperature sopramedia (alla quota rappresentativa di 850 hPa, 1500 m), almeno fino ai primi giorni di Febbraio. Successivamente, è presente maggiore invertezza. Proprio in tale periodo (5-7 Febbraio) sono riposte le speranze di molti meteo appassionati di avere almeno un finale invernale degno de suo nome. In effetti, l’ultima emissione del modello americano evidenzia come potrebbero cambiare le cose in quel periodo. Alla zonalità imperante si sostituisce, infatti, una marcata ondulazione in sede europee, caratterizzata dalla risalita dell’alta pressione azzorriana (o meglio una sua propaggine) verso la Scandinavia, tema comunque ricorrente quest’anno (fig.3).
fig.3
A lato di tale spinta anticiclonica si avvierebbe la discesa di un nucleo gelido nel bassopiano russo, in progressivo isolamento a est del Mediterraneo (fig.4).
fig.4
Allo stesso tempo, il processo si completerebbe con l’isolamento di una figura di blocco in sede scandinava e con afflusso gelido dai quadranti orientali interagente con aria umida Atlantica. Entrambe le masse d’aria a caratteristiche termoigrometriche molto differenti (massa continentale e Atlantica) andrebbero quindi a interagire proprio sull’Italia, con genesi di nevicate anche in pianura al nord (fig.5).
fig.5
Si tratta solo di un’ipotesi molto remote, smentite probabilmente nelle prossime emissioni, ma il punto su cui focalizzare l’attenzione è la possibilità del cambiamento nel mese di Febbraio, la stratosfera continua a mostrare segnali importanti di un violento warming nel periodo menzionato. Ovviamente, le conseguenze di tali dinamiche sarebbero tutte le valutare (fig.6).
fig.6
In effetti però, nell’ipotizzare una modifica radicale all’attuale circolazione a scala emisferica, non è tanto il singolo warming in sede stratosferica a lasciar sperare in uno stravolgimento dell’attuale stallo barico, quanto la cessazione, questa molto probabile, del pesante condizionamento stratosferico presente negli ultimi due mesi, tramite una serie di disturbi sempre più decisi a carico del VPS, presenti per tutto il periodo previsionale analizzabile nelle attuali carte.
Restiamo in attesa di novità quindi, avendo bene in mente che un singolo episodio di maltempo non può certo compensare una stagione deficitaria dal punto di vista precipitativo e con marcato sopramedia termico per molte regioni italiane, ma un finale d’inverno molto interessante è assolutamente possibile.
Ciao ciao