01-01-2019, ore 20:30 - Salve a tutti, primo editoriale dell’anno proprio a Capodanno quanto mai emozionante per il succedersi degli aggiornamenti che indicano la possibilità dell’avvento di un lungo periodo freddo e nevoso nelle regioni italiane, non solo su Adriatiche e al sud, come in una prima fase dovrebbe accadere, ma anche nelle regioni tirreniche e al nord, come potrebbe accadere al termine della prima decade.
Andiamo per gradi però; prima moderata irruzione fredda giunta quasi al termine nelle regioni italiane, accompagnata da un notevole rinforzo del vento su molte regioni e da nevicate nel versante adriatico dell’Appennino e temporali in alcune regioni del sud,
Il peggioramento descritto fungerà però da apripista a una seconda e ben più massiccia irruzione gelida di stampo artico continentale, le cui movenze sono già visibili nella immagine satellitare odierna.
fig.1
Nell’immagine in fig.1 si vede bene il vortice nello Ionio in allontanamento, che verrà però presto raggiunto, nella nottata di domani, mercoledì, dal massiccio afflusso gelido ora delimitato da un ampio fronte perturbato a nord est della barriera alpina, nell’Europa centrale.
L’animazione satellitare evidenzia bene come tal sistema perturbato sia in rapida discesa verso il Mediterraneo.
fig.2
A causa dello sbarramento alpini e di una certa invadenza del blocco anticiclonico atlantico, la maggior parte della massa d’aria artica raggiungerà le nostre regioni dalla porta di Bora, a nord est, ma lo farà in maniera eclatante, con venti forti sempre più freddi e fenomenologie che interesseranno buona parte del versante Adriatico, dalla Romagna alla Puglia.
fig.3
A partire dal pomeriggio e serata di domani, mercoledì 2 Gennaio, rovesci nevosi a quote sempre più basse interesseranno quindi il versante adriatico e settori interni del centro quindi, con quota neve in graduale abbassamento nella notte fino al piano tra Marche e Abruzzo.
fig.4
A seguire, tra la notte di giovedì 3 Gennaio e la giornata di venerdì 4 Gennaio, il nucleo più intenso della colata artica, rappresentato da un nucleo gelido di estrazione artica (valori di temperatura di -35° C a 5500 m e -14° C a 1500 m), giungerà in Adriatico, generando una vera e propria ondata di gelo su buona parte delle regioni italiane, ma con particolare riguardo al medio-basso Adriatico, dove le nevicate giungeranno fino alla costa anche in Puglia e, a luoghi, in Calabria.
fig.5
Ecco il dettaglio delle isoterme previste, che evidenzia la concreta possibilità di avere nevicate al piano nelle regioni menzionate.
fig.6
Cosa succederà quindi a seguire, cosa dicono gli ultimi aggiornamenti??
Ebbene, alcune speranze dei tanti meteo appassionati del centronord di vedere neve a bassa quota sembrano poter oggi poggiare su alcune basi più solide.
Il modello europeo negli odierni aggiornamenti vede infatti la possibilità dell’isolamento di un blocco altopressorio in Atlantico lungo il cui bordo meridionale si attiverebbe una confluenza tra aria gelida continentale e aria più umida e mite atlantica.
Si inizierebbe con la persistenza di un afflusso gelido nelle regioni adriatiche.
fig.7
A seguire un treno di perturbazioni atlantiche andrebbe a sovrapporsi e a interagire con l’aria fredda preesistente, generando le condizioni favorevoli alla genesi di nevicate diffuse al nord anche in pianura e al centro a quote molto basse.
fig.8
Evoluzione molto complessa come si vede in figura, ma che andrebbe a essere finalmente congruente con il terremoto stratosferico in atto in queste ore discusso ampiamente nei precedenti editoriali.
fig.9
Insomma, l’anno appena inaugurato sembra iniziare sotto i migliori auspici dal punto di vista meteorologico e molte regioni a più riprese potrebbero vedere la loro dose di nevicate, mentre per il freddo si inizia da subito, con un coinvolgimento complessivo di tutte le regioni.
fig.10
Ciao ciao