06-01-2019 - Salve a tutti, nuovo editoriale nel giorno della Epifania, termine delle vacanze natalizie, ricche di evoluzioni meteorologiche interessanti, sebbene non sempre gradite da tutti.
Abbiamo visto come l’ondata di freddo e neve che ha colpito le regioni adriatiche e il sud sia giunta al termine, ma l’instabilità non è affatto cessata in tali regioni.
La configurazione barica che si è venuta a creare nel comparto europeo, con un potente anticiclone a ovest, quasi bloccato nella sua collocazione, e con una conseguente discesa fredda lungo il suo lato orientale che, a fasi alterne, continua a interessare le nostre regioni adriatiche e parte del sud, rinnova infatti le occasioni per il freddo e le nevicate su tali regioni.
fig.1
Dall’animazione satellitare si evince come corpi nuvolosi anche a carattere cumuliforme continuino ad affluire nelle regioni adriatiche, nel golfo di Taranto e nel Tirreno meridionale, con genesi di rovesci anche a sfondo grandinigeno, spinti dall’aria fredda in arrivo.
In effetti, nelle prossime 24 h, le temperature nelle regioni menzionate diminuiranno di nuovo sensibilmente, con una recrudescenza dei fenomeni e delle nevicate, sebbene in forma sparsa.
fig.2
In tale contesto, in nottata e nelle prime del mattino di domani, lunedì, non sono da escludere rovesci nevosi a quote prossime alla pianura tra Molise, Puglia, materano e, forse, irpinia e beneventano.
A seguire, resta abbastanza bloccata, perlomeno fino a metà della settimana entrante, la circolazione descritta e, tra mercoledì e giovedì, un nuovo affondo perturbato a matrice artica interesserà il Mediterraneo.
fig.3
Ancora una volta, nevicate a quote basse potranno interessare il centrosud, con il coinvolgimento delle centrali tirreniche in u primo momento, ma con concentrazione dei fenomeni nei settori tirrenici meridionali, con buona parte della Calabria e nel medio basso adriatico.
Con l’affondo descritto sembra concludersi un primo periodo alquanto perturbato e freddo nelle nostre regioni, in quanto a seguire dovrebbe giungere una pausa altopressoria con correnti tese nordoccidentali e circolazione maggiormente zonale, da ovest a est.
Occorre subito precisare che questa fase non è legata a un reale rafforzamento del VP, quanto piuttosto a una peculiare distribuzione dei centri si di massa, sbilanciati nell’Atlantico settentrionale.
Ma, quindi, le conseguenze dello stratwarming non sono evidenti??
In realtà, non è detto che debbano necessariamente evidenziarsi, ma a ben guardare si notano perfettamente.
Di seguito viene riportata la previsione tra 24 h, quindi attuale, della distribuzione dei geopotenziali a 30 hPa (23 km ca)-
fig.4
Ed ecco la previsione del modello americano nell’emissione della mattinata per il giorno 19 Gennaio alle quote troposferiche (500 hPa, 5500 m).
fig.5
A prescindere dai simboli vagamente fallici che delimitano i settori occupati dai campi altopressori delle wave 1 e 2, la distribuzione delle principali figure bariche è davvero simile, segno che l’influenza delle sorti stratosferiche è evidente ai piani inferiori e la propagazione sembra esserci, con conseguenze anche importanti. Nella carta esaminata il lobo siberiano sembra buttarsi proprio verso il Mediterraneo.
Come già effettuato ieri, risulta interessante verificare cosa dovrebbe accadere in stratosfera a seguire, per capire se, con il valore del NAM sempre oltre i -4, davvero potrà vivacizzarsi l’inverno in corso.
Ecco due carte di previsione alla quota di 10 hPa (30 km ca)
Giorno 14 Gennaio – fig.6
Giorno 22 Gennaio – fig.7
Come si vede dalle carte mostrate, non solo il processo di bilobazione nella media stratosfera non solo non si arresterà, ma raggiungerà l’apice intorno metà mese, per poi proseguire ancora a inizio terza decade.
Ecco perchè ci sono buone probabilità che l’attuale instabilità atmosferica possa subire un’ulteriore aumento nella terza decade del mese corrente, con possible innesco di saccature artiche di grande portata, come quella mostrata per il giorno 19 in fig.5 e ripresa nelle ultime emissioni del modello americano, che potrebbe rappresentare solo l’inizio di un processo di disgregazione del VP anche alle quote troposferiche.
fig.8
Ciao ciao