22-02-2015 - Salve a tutti; eccoci giunti a un aggiornamento con il consueto appuntamento con il lungo termine. In mattinata l’analisi era stata maggiormente incentrata su quello che stava accadendo in queste ore in Italia e sul successivo peggioramento di martedì, che si preannuncia sempre molto intenso, sebbene più veloce di quello attuale. In questa sede verranno viceversa analizzate le tendenze che emergono nelle varie emissioni dei modelli per la prima decade di Marzo, sempre da semplici meteo appassionati che commentano delle carte di previsione.
Prima di andare aventi però, è doveroso fornire uno sguardo all’attualità, con una splendida immagine al tramonto del Mediterraneo occidentale e della penisola italiana (fig.1).
fig.1
In basso a destra nella figura sono ben visibili gli allineamenti temporaleschi nello Ionio, vere e proprie squall line che hanno imperversato nel primo pomeriggio nella Calabria meridionale, generando accumuli nel reggino che, da inizio peggioramento, hanno ormai raggiunto i 170-180 mm. Tali allineamenti sono ancora attivi e l’ultima immagine delle fulminazioni evidenzia l’elevato numero di scariche elettriche presenti attualmente nello Ionio, con fenomeni in trasferimento verso il Salento (fig.2).
fig.2
Chiudiamo quindi la breve parentesi dell’attualità, per focalizzare l’attenzione nel lungo termine. Nell‘editoriale del mattino si era sottolineato come, a partire di primi giorni di Marzo, a un probabile ulteriore rinforzo della struttura del Vortice Polare a scala emisferica potesse altresì corrispondere un ritorno freddo ed eventualmente della neve per le nostre regioni. In questa sede approfondiamo ora l’analisi, vagliando le varie ipotesi proposte dal modello americano per tali date. Nelle tre emissioni odierne, nel complesso, sono state individuate tre diverse evoluzioni che, partendo da una struttura compatta del Vortice Polare, potevano sortire conseguenze molto differenti per le nostre regioni.
Partiamo da quella più sfavorevole, nell’ultima emissione:
1) Vortice Polare compatto e accentrato al polo (fig.3).
fig.3
In questa ipotesi, la struttura del Vortice Polare tende a convergere verso il polo, lasciando poche speranze alla genesi di uno sbilanciamento che consenta l’innesco di un afflusso freddo sull’Italia. L’anticiclone delle Azzorre in tale contesto non può far altro che rimontare verso l’Europa e il Mediterraneo, apportando tempo stabile e soleggiato anche in Italia. La saccatura in distacco dal VPT finisce sul Mar Nero
2) Vortice Polare lievemente allungato e decentrato (fig.4).
fig.4
In questo caso l’anticiclone delle Azzore trova spazio per uno slancio verso le isole britanniche e il golfo di Botnia, innescando una circolazione secondaria di ritorno continentale fredda. Le masse d’aria in gioco sono però esigue, il freddo e la neve possono giungere in Italia, ma senza persistenza e fenomeni di grande rilievo.
3) Vortice Polare molto allungato e lievemente decentrato (fig.5).
fig.5
Si tratta della combinazione più favorevole tra quelle proposte oggi; il Vortice Polare si allunga secondo un asse maggiore Labrador-Siberia orientale, sebbene sempre molto compatto (fig.6). In questo caso, l’alimentazione fredda ha più spazio per giungere in Europa, riuscendo in piccola parte ad aggirare le Alpi; potrebbe nevicare anche al nord, il peggioramento è più duraturo .
fig.6
Le combinazioni proposte possono in teoria variare all’infinito; più il VPT si decentra in Canada e allunga il proprio asse, maggiori sono le possibilità di un consistente afflusso freddo continentale nel Mediterraneo. Per quanto riguarda lo stato di salute del VPT-VPS, una interessante considerazione da fare è che la soglia NAM di 1,5 è stata in effetti raggiunta ma non superata, in quanto nell’ultima misura è tornata a 1,3 (fig.7). A riguardo, occorre considerare che tale valore non rappresenta un pulsante on-off, ma semplicemente una valutazione statistica sperimentale che vede un condizionamento ai piani troposferici, con ricompattamento del VPT, in occasione di un deciso superamento del valore. Tale condizionamento, per ora, sulla base di tali valori, potrebbe non avere luogo e, quindi, il VPT potrebbe anche andare incontro a una crisi nel prossimo periodo, sebbene non ve ne siano evidenze allo stato attuale.
fig.7
Sarà interessante monitorare le future emissioni dei modelli, stagione ancora da seguire, l’inverno ha ancora le ultime carte da giocare e potrebbero essere migliori di quanto ipotizzato nei giorni scorsi.
Ciao ciao